È il terzo potere dello stato, quello giudiziario, funziona nel modo che tutti conosciamo anche grazie a un esercito di magistrati che lavorano a cottimo: sono i “giudici onorari”, che vengono pagati 98 euro a udienza (lordi) e vanno avanti con proroghe annuali da oltre vent’anni. Insieme ai giudici di pace sono in tutto 5500 magistrati. Hanno la competenza sull’80% dei reati commessi; in qualità di pubblici ministeri e giudici accusano e condannano per esempio un datore di lavoro che non versa i contributi ai propri dipendenti, mentre loro sono i primi a non riceverli dallo Stato. La riforma del ministero della Giustizia li ha definitivamente resi dei volontari, nonostante gli appelli del Csm e della maggior parte dei magistrati togati. La domanda è: cosa succederà quando la riforma andrà a regime tra qualche anno?

Sempre in tema di giustizia ci occuperemo dei “medici incaricati” all’interno dei penitenziari. Dal 1994 non si fanno concorsi e ormai dal 2008 a questi professionisti non viene riconosciuta né la previdenza né l’assistenza, per non parlare degli scatti biennali o dell’indennità di buona uscita.

Infine il caso dei “pianisti accompagnatori” nei conservatori italiani. Devono avere un repertorio per ogni classe di strumento e sono a carico degli stessi conservatori per 9000 euro l’anno. Una figura indispensabile, ma in Italia, a differenza del resto d’Europa, non sono nemmeno previsti come categoria.

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